In un momento cosi delicato sarebbe facile rifugiarsi nel cibo. Il cibo è consolatorio, ci sono i cibi comfort che ci sostengono quando siamo abbattuti, che ci coccolano quando non ci sentiamo amati, cosi come esiste il digiugno che ci si impone dopo abbuffate di cibo e di emotività. Comportamenti sbagliati, che la giornata dei disturbi alimentari ha sottolineanto in più frangenti.
Il cibo è un forte anti-stress, perfetto per consolarsi quando le cose non vanno nel verso giusto. Mai come in questo momento il cibo potrebbe rappresentare un rifugio sicuro.
Gli inglesi lo chiamano comfort-food e si tende a mangiare di più in situazione in cui le cose non vanno per il verso giusto, ma quanto fa male alla nostra salute? davvero il cibo più aiutarci a risolvere i problemi?
Evidentemente non è cosi: uno degli effetti del primo lock down è stato proprio l'accumulo di grassi, il sovrappeso frutto del cibo che consola.
Forse possiamo partire con una prospettiva diversa: imparare a mangiare con consapevolezza. Non una dieta, né un regime alimentare: queste sono materie per specialisti dell'alimentazione e sappiamo tutti che la stessa dieta non va bene per tutti.
Il mio è solo un percorso di consapevolezza nella nutrizione: imparare a mangiare focalizzando la propria attenzione su quello che mangiamo. Un percorso di consapevolezza supportato dagli strumenti della meditazione e della focalizzazione sulle azioni che compiamo quando mangiamo.
È sbagliato ricorrere al cibo come fonte di consolazione per superare le difficoltà della vita, il rischio è quello di innescare un meccanismo pericoloso di dipendenza.
E allora impariamo a nutrire il nostro corpo e la nostra anima attraverso gli strumenti del counseling e della mindfulness: facciamoci supportare dal respiro consapevole e la meditazione.
Vi aspetto
18 aprile - 2 maggio -16 maggio e 30 maggio
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